Quando si entra in una galleria d’arte si è consapevoli che tutto quello che si trova al suo interno fa parte del meraviglioso mondo dell’arte contemporanea, ed ogni anomalia o mistero è facilmente traducibile dal suo contenitore. Il contenitore – la galleria museo ecc. – è la spiegazione stessa, in quanto “limite” dell’opera, o del suo raggio d’azione. Lo spazio/ contenitore diventa una cerniera con una doppia difesa: difende l’opera da un possibile “inquinamento” del mondo esterno, e, contemporaneamente, difende lo spettatore avvisandolo che al suo interno tutto può essere “vero”. Lo spazio (inteso come architettura) ha un doppio valore di impreziosimento: il primo è lo stesso effetto di arricchimento comune alla cornice, il secondo è la costituzione di un contesto che diventa il luogo in cui si svolge l’azione artistica.
Spazi incorretti vuole cercare di comprendere quanto la cornice dello spazio espositivo stia diventando sempre di più il discendente della tradizionale cornice che delimitava l’immagine del quadro.
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Silvia Giambrone, Come si fa a rendere scomodo uno spazio già scomodo senza lasciare spazio alle interpretazioni?, 2007, Fondazione Pastificio Cerere.