La Fondazione Pastificio Cerere sorge in quello che una volta era il Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere di San Lorenzo che, fondata nel 1905, fornì pasta e farina alla capitale fino al 1960 e che circa un decennio dopo divenne luogo d’arte.
La storia del Pastificio Cerere e della sua riconversione inizia quando l’imprenditrice Felicina Ceci, proprietaria dell’edificio insieme a sua sorella Adriana, accettò di affittarne i locali ad alcuni giovani artisti. Il primo a istallarvi lo studio fu Nunzio, che ricorda di essere arrivato nel 1973; in seguito vi si insediarono Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. “Quando siamo arrivati, abbiamo smontato le macchine, abbiamo costruito le pareti, i pavimenti, abbiamo allacciato l’acqua e la luce, insomma abbiamo trasformato uno spazio industriale in un luogo dove lavorare e vivere”[1]. Questo e molti altri ricordi testimoniamo come l’edificio con i montacarichi, i grandi ambienti aperti e le ampie finestre, offrì agli artisti spazi ideali per i loro studi. Infatti, i nuovi inquilini ne ristrutturarono gradualmente gli interni, mentre le zone comuni non vennero modificate. Anche dopo il generale rinnovamento, la memoria dell’uso industriale del Pastificio non venne cancellata e al suo interno si conviveva, come a Roma si fa da secoli, con le tracce archeologiche derivanti dalla sua precedente funzione.
Nell’estate del 1984 il critico Achille Bonito Oliva rese celebre il Pastificio con la mostra “Ateliers”. Eccezionalmente per la prima volta si aprirono al pubblico gli spazi dove abitavano e lavoravano gli artisti che, non costituirono un gruppo omogeneo per poetica o linguaggio, ma appartenendo alla stessa generazione, istaurarono un contatto continuo e spesso profondi rapporti di amicizia facilitati dalla struttura del Pastificio con i suoi spazi contigui di lavoro e luoghi di incontro comuni.
Oltre ai protagonisti che tradizionalmente vengono indicati come il Gruppo di San Lorenzo [2], nel corso degli anni l’edificio ha visto il susseguirsi di tanti e diversi artisti, poi anche critici, intellettuali ed esponenti dello spettacolo che hanno gravitato intorno a questa fucina divenuta un punto di riferimento per la cultura, oltrepassando abbondantemente i confini della capitale. L’ideologia che condividevano e condividono i residenti del palazzo è quella dell’operare, del fare, gli artisti ricordano l’esistenza di un terreno culturale comune, nel quale ci si incontrava e si discuteva: “È esistita in quegli anni e in questo luogo una generazione di artisti che si è confrontata, ha messo a disposizione dell’altro le proprie esperienze, ha discusso con l’altro il proprio pensiero. […] Nel tempo, ognuno ha preso la propria direzione, pur con tante storie in comune che fanno parte della nostra vita”.[3]
Nel 2002 dalla mostra “Interno F.M.” nasce l’idea di dotare il Pastificio Cerere di uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e sempre aperto al pubblico. Flavio Misciattelli racconta: “nel 1998 presi uno dei locali del Pastificio, proprietà della mia famiglia, che poi rimase la mia abitazione fino a qualche anno fa. Da lì cominciai a conoscere gli artisti che già vivevano e lavoravano nell’edificio, ad apprezzarli e collezionarli fino ad organizzare una mostra con loro a casa mia. In quell’occasione vennero più di cinquecento persone e fu allora che mi resi conto di quanto interesse ci fosse nei confronti del Pastificio”.
Così nel 2005 nasce la Fondazione Pastificio Cerere e con la mostra RESIDENTI inaugura la sua sede all’ interno del palazzo.
Ancora oggi, gli spazi dell’ex stabilimento industriale ospitano studi d’artista, atelier di moda, studi di grafica e comunicazione e l’accademia di arti visive (RUFA – Rome University of Fine Arts).
Tra gli atelier presenti: Myriam B, Ottavio Celestino, Giovanni De Cataldo, Ileana Florescu, Rossella Fumasoni, Roberta Mariani, Meletios Meletiou, Michele Melotta, Nunzio, Leonardo Petrucci, Piero Pizzi Cannella, Pietro Ruffo, Andrea Stoger, Alessandro Valeri.
[1] Bruno Ceccobelli, in Italia Contemporanea, Officina San Lorenzo. Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli, a cura di Daniela Lancioni, Silvana Editoriale 2009.
[2] Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella, Nunzio e Marco Tirelli.
[3] Nunzio, in Italia Contemporanea, Officina San Lorenzo. Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli, a cura di Daniela Lancioni, Silvana Editoriale 2009.